Da un Samurai ai martiri giapponesi
L'edificio è originario del XIX secolo ma è andato quasi interamente distrutto durante la Seconda guerra mondiale ed è stato ricostruito nel Secondo dopoguerra. All’interno si conservano affreschi realizzati dal pittore giapponese Luca Hasegawa. La Chiesa dei Santi Martiri Giapponesi si trova in Largo San Francesco d'Assisi. Può essere facilmente raggiunta in pochi minuti a piedi dalla Stazione di Civitavecchia
Nel 1549 alcuni padri gesuiti, partono dall’Italia alla volta del Giappone per convertire al cristianesimo la popolazione nipponica. La missione riesce a portare così tanti proseliti che lo shogun giapponese emana un decreto di espulsione contro i gesuiti. Nel 1593 sbarcano in Giappone anche i frati francescani e la reazione delle autorità giapponesi si fece sempre più dura. Furno arrestate ventisei persone. Il 5 febbraio 1597 furono crocefissi a Nagasaki. Sono i primi martiri di quel lontano paese. Dopo questo terribile evento i Giapponesi organizzano l’invio di una delegazione in Europa. La delegazione nell'ottobre del 1615 sbarcò a Civitavecchia, fu successivamente ricevuta sul Quirinale dal Papa Paolo V.
Nel 1943, il secondo bombardamento subito da Civitavecchia provocò il crollo della Chiesa. La ricostruzione fu molto lenta e a ottobre del 1950 viene inaugurata la nuova Chiesa dei Santi Martiri Giapponesi a Civitavecchia.
Intanto era arrivato Roma Luca Hasegawa, noto artista giapponese convertitosi al cattolicesimo, che ebbe l’incarico di decorare le pareti della nuova Chiesa.
Hasegawa lavora agli affreschi dal 1951 al 1957. Tra le prime figure che Hasegawa dipinge spiccano senza dubbio la bellissima Madonna col bambino con il kimono (dai lineamenti orientali e con indosso abiti del XVI secolo) e la scena absidale dei 26 martiri giapponesi, caduti sul colle di Nagasaki il 5 febbraio 1597.