Da un torrente che ha scavato la valle nel tufo ad una risorgiva di acqua solforosa
La natura propone scenari sempre diversi e suggestivi in questi luoghi della campagna laziale. Proprio alla base della rupe tufacea su cui sorse l’antico borgo di Canale Monterano è possibile passare da una vasta area mineralizzata ad una vera e propria tagliata etrusca.
Seguendo il sentiero rosso della Riserva Naturale Monterano si scende lungo un ripido pendio che dopo molti metri e altrettanti gradoni giunge a una spaccatura nella roccia davvero profonda, larga appena un metro nei suoi tratti più larghi e lunga a perdita d’occhio. Si tratta della tagliata etrusca, anche detta “il Cavone”. Un percorso scavato nella roccia dagli etruschi che permetteva di raggiungere facilmente il vicino fosso del Bicione, uno dei due torrenti che circonda l’Antica Monterano. Purtroppo nei periodi più affollati dell’anno ne è vietata la percorrenza, a causa di alcune frane e crolli avvenuti di recente. Arrivati nel pianoro sottostante, la vista e l’olfatto rimangono stupefatti. Uscendo dalle ultime curve del sentiero in effetti ci si ritrova davanti uno spettacolo inatteso, la Zolfatara: un’enorme risorgiva di acqua solforosa immerge il visitatore in un ambiente vulcanico senza alcun preavviso. Questa valle è stata sfruttata per l’estrazione mineraria fino al secolo scorso: inizialmente per l’estrazione di zolfo, presente in grandissima quantità, poi per altri minerali, come pirite e ferro. Le gallerie che la percorrono però non sono più in uso da almeno 50 anni.