Un paesaggio salvato dalla furia del tempo
un’antica torre cinquecentesca a protezione di un’oasi affacciata sul mare
L’oasi di Torre Flavia si estende lungo la costa tra le località di Ladispoli e Cerveteri. Si tratta di una delle ormai rare aree palustri del litorale laziale, rappresenta l’ultimo residuo della Palude di Campo di Mare, un sistema di acquitrini e paludi salmastre costiere. Il territorio si presenta come un susseguirsi di piccole depressioni che stagionalmente si riempiono d’acqua, grazie all’affioramento della falda costiera sottostante, all’apporto delle acque dolci dell’entroterra e delle piogge invernali. Il variare della salinità dell’acqua ha generato una vegetazione tipica delle zone salmastre, come la salicornia, simbolo dell’oasi. L’area più interna, paludosa per buona parte dell’anno, con acqua meno salmastra, è coperta dalla cannuccia di palude e dal giglio d’acqua. La fauna trova la sua massima espressione negli uccelli, che qui trovano l’ambiente ideale sia per lo svernamento che per la sosta durante le migrazioni. Torre Flavia porta il nome del Cardinale Flavio Orsini che la costruì agli inizi del ‘500 sulle fondamenta di un precedente fortilizio medievale e nei pressi di una villa romana, per contrastare le incursioni saracene. La pianta della torre è quadrata con basamento a scarpa. L'attuale stato della Torre deriva da bombardamenti della seconda guerra mondiale e dal processo di erosione marina. Fino agli anni ’30, Torre Flavia si trovava ancora sulla linea di costa; la progressiva erosione costiera ha progressivamente isolato i resti dell’edificio.